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Al Raid dell’Etna la vittoria alla 22enne promessa dell’automobilismo

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Al Raid dell’Etna la sorpresa più grande è stata la sua vincitrice, Martina Montalbano, che con i suoi 22 anni di età si profila già la promessa dell’automobilismo d’epoca.

Si è concluso lo scorso 1 di Ottobre, con il consueto bagno di folla e con la massima soddisfazione di tutti gli equipaggi che hanno preso parte all’evento, il Raid dell’Etna 2016.

Tra le protagoniste di quest’edizione, si è ritagliata un ruolo di primissimo piano Martina Montalbano, splendida promessa dell’automobilismo siciliano, che a soli 22 anni ha già saputo guadagnarsi, a suon di prestazioni di altissimo profilo, il rispetto e l’ammirazione di tutto l’ambiente che ruota intorno al mondo della Regolarità: la giovane pilota trapanese, alla sua prima partecipazione al Raid dell’Etna, è riuscita a centrare la vittoria assoluta, gareggiando sulla sua inseparabile Autobianchi A112 del 1985 in coppia con Caterina Vagliani.Vista l’amicizia che ci lega alla giovane promessa della Regolarità siciliana, abbiamo chiesto direttamente a Martina di raccontarci, dalla sua prospettiva di pilota, questa 19° edizione del Raid.

“Ho ancora vivo il ricordo di avere partecipato ad una manifestazione internazionale per auto storiche che ha saputo unire alle emozioni di una gara di regolarità il fascino della riscoperta turistica del territorio siciliano.

In coppia con Caterina Vagliani, esperta “navigatrice” mantovana, abbiamo percorso l’intero tracciato della gara, lungo 1.200 kilometri, che si snoda fra gli splendidi scenari storici delle antiche civiltà fenicia-punica nell’isola di Mozia nel Trapanese e quella greca nella Valle dei Templi ad Agrigento, per poi attraversare il cuore della Sicilia alla scoperta di ville nobiliari quattrocentesche, severi bagli seicenteschi, miniere e scalinate, fino ad arrivare a Catania con la scalata della vetta dell’Etna, scenario unico con le fumarole della lava che vedevamo scorrere nelle vallate poco distanti da noi.

Raccontato così sembrerebbe che il Raid sia stata una qualificata vacanza in auto, trascorsa scorrazzando per una settimana la Sicilia ad ammirare, come da programma – e qui bisogna dire bravi agli organizzatori- luoghi e paesaggi mozzafiato; lo è stato sicuramente, ma non solo.

Lungo il percorso erano disseminate ben 52 “prove cronometrate”, composte da una serie di “tubi da schiacciare” in tempi imposti al centesimo di secondo dal regolamento. Nel momento in cui alla partenza di ciascuna prova il direttore di gara pronuncia la frase “può andare”, la tensione dell’equipaggio sale a mille, il pilota è solo contro tutti, addirittura contro se stesso, perché non deve sconfiggere nessuno se non la propria tensione e le proprie emozioni, mantenendo fredda la concentrazione per passare su ogni “tubo” con perfetta scelta di tempo.”

Quali sono le dinamiche che conducono una ragazza poco più che ventenne ad appassionarsi al mondo dei motori e , in particolare, a quello della regolarità?

“Come spesso avviene nell’ambito familiare, i figli minori ereditano le passioni dei genitori e dei fratelli maggiori.L’emozione di “spaccare il secondo”, è nata subito dopo aver conseguito la patente di guida, seguendo le orme di papà Salvatore e di mio fratello Nino, anche loro grandi appassionati di “regolarità”. Grazie a loro acquisito la tecnica, comprendendo ben presto che sarebbe stato fondamentale intensificare il più possibile gli allenamenti con la mia fedelissima A112, tra un esame universitario e l’altro, cercando di vincere sempre la tensione di ciascuna prova speciale. ”  

Cosa pensano amici e parenti della tua passione per il mondo dei motori?

Sono tutti orgogliosi di me, giovane e donna al volante di auto storiche, non è cosa di tutti i giorni. Mi incoraggiano e mi sostengono. Alla fine di ogni gara mi chiedono quale sarà  il prossimo evento a cui parteciperò.

Vista la presenza ufficiale di Porsche in occasione del Raid, qual è il modello prodotto dalla casa di Stoccarda che ti piacerebbe possedere?

Il design della Porsche ha un suo fascino particolare, i modelli prodotti dalla casa tedesca fin dalla sua origine sono tutti accattivanti, ma credo che quella che mi piacerebbe possedere è la “356” dei primi anni 60. È fantastica, dopo quasi 60 anni di età ancora adesso ha una linea moderna.

Proviamo a far “ingelosire” la tua macchinetta: se potessi disporre proprio di una 356, la preferiresti alla tua fidata A112 per partecipare ad una gara di regolarità?

Perché no, mi piacerebbe moltissimo! La mia A112 è insostituibile, però se mi facessero questa proposta accetterei al volo! Sarebbe un’esperienza unica che accrescerebbe ancora di più la mia voglia di imparare!

Ringraziamo Martina Montalbano per la sua disponibilità, augurandole di poter arricchire come merita il suo già nutrito palmares.

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