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category: 1969, 2.0, 911, Burgundy red, coupè, Porsche, T

1969 Porsche 911 2.0 T coupè burgundy red

La sfida del restauro: 1969 Porsche 911 2.0 T coupè

Questo esemplare del 1969 conservato è un esemplare di rara preziosità, in quanto il libretto ha un unico proprietario. Il cliente infatti è lo stesso che quasi 50 anni fa portava fuori l’auto dal concessionario. Il veicolo tenuto meticolosamente ha ricevuto un restauro marginale per sanare il normale invecchiamento. Un restauro parziale con la sistemazione di alcuni punti di carrozzeria e  la conseguente verniciatura nella sua colorazione originale di Polo Rot (codice 6802) .Mantenuti i suoi interni originali in finta pelle beige.

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Nel 1969, la 911 è ormai nel suo 5 anno di vita ed è già un'auto sportiva affermata sul mercato, con una domanda che ben supera l'offerta. Sempre votati al miglioramento e all'affinamento dei loro progetti, gli ingegneri Porsche compiono la prima importante modifica sulla 911, allungando il passo di 58mm al fine di migliorarne la maneggevolezza e la stabilità alle alte velocità e allargando i parafanghi in modo da avere più spazio per gomme e cerchi di diametro maggiore.

Rispetto all'anno precedente, vennero proposte 3 versioni, tutte disponibili sia con carrozzeria cupè che come Targa. Esse furono la T, (Touring) con motore da 110 cavalli, la E (Einspritzung) la prima 911 con iniezione meccanica Bosch, capace di 140 cavalli e la S (Sport) da 170 cavalli.

La T fu, in effetti, la versione aggiornata della 912, il cui motore 4 cilindri, seppur garantiva una migliore distribuzione dei pesi rispetto alla 911, era poco potente e non riusciva a far dimenticare la provenienza VW. La T si collocava come modello entry level e aveva il suo motore a sei cilindri specifico, prodotto con un albero a gomiti senza contrappesi, teste cilindri in ghisa (al posto di quelle Brial in alluminio) e i bilancieri in ghisa, che si rivelarono migliori rispetto a quelli di serie in acciaio. La serie B del 1969 manteneva invariata il sistema di alimentazione della serie 1968 con carburatori Weber 40 IDTP3C, il blocco in lega di magnesio (che portava una riduzione di 10kg) e le testate in ghisa.  Il cambio di serie era a 4 marce (a richiesta viene fornito un'unità con 5 rapporti) e gli ammortizzatori Boge senza barre antirollio.

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Scarica il pdf con la scheda tecnica del Restauro: 1969 Porsche 911 2.0 T coupè burgundy red >

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Come per gli altri modelli della gamma '69, la T beneficia di un nuovo volante con imbottitura centrale maggiore e i fari alogeni H1. Per ovviare alla richiesta pressante da parte della clientela, le scocche (3,651 circa la metà della produzione) vennero in parte costruite dalla Karmann di Osnabrück. Grazie alla semplicità costruttiva maggiore rispetto alla S e alla E, la T era più leggera e grazie alla curva piatta del motore 901/03 e al 10% di coppia in più rispetto al motore 901/05 delle altre 911 aveva doti di ripresa e brillantezza maggiori, nonostante la potenza inferiore.

Sfoglia l'album completo del restauro: 1969 Porsche 911 2.0 T coupè burgundy red >

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